Mont Saint Michel

Un monte che è anche un’isola, dove percepisci l’immensa grandezza delle forze della natura, dove le tabelle con gli orari delle maree poste fuori dalle mura secolari ti dicono che il mare e la luna dettano gli orari di accesso e scandiscono il ritmo del tempo, dove l’uomo è un punto fermo che si innalza al di sopra dell’infinito ciclo cosmico e al tempo stesso ne è parte integrante.

Un luogo magico, dove il mistero, l’arcano, lo respiri fra i vicoli, trasuda dai muri antichi, dove i percorsi nascosti o segreti sono più di quelli visibili.

Un luogo fermo nel tempo che, nonostante il turismo barbaro e superficiale, mantiene intatta la sua spiritualità (a differenza della Chiesa della natività a Betlemme o della casa di Maria a Nazareth), dove l’energia dell’universo vibra ancora in maniera sensibile nonostante il rumore del progresso, dove i monaci conservano ancora gli antichi segreti e, forse, anche gli antichi saperi.

Un luogo che ti entra dentro, che rende comprensibile quanto l’uomo sia una briciola nell’immensità del cosmo e allo stesso tempo lo comprenda tutto dentro di sé, dove il singolare e l’universale sono la stessa cosa, il tempo perde di significato e passato, presente e futuro coincidono.

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Scritto inedito di clacclo. Riproduzione vietata.

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