Se non fosse morto, sarebbe ancora in vita.

“L’aggettivo lapalissiano deriva dal nome di Jacques de La Palice ed indica una palese tautologia, qualcosa cioè che è talmente evidente, stanti le sue premesse logiche, da risultare ovvio e scontato, se non addirittura ridicolo per la sua ovvietà.

Alla morte di La Palice infatti, i suoi uomini proposero questo epitaffio: Ci-gît Monsieur de La Palice. Si il n’était pas mort, il ferait encore envie (“Qui giace il signore de La Palice. Se non fosse morto, farebbe ancora invidia”). Tuttavia, con il tempo la effe di ferait (“farebbe”) fu letta esse (a quel tempo le due grafie erano simili, vedi S lunga), diventando quindi serait (“sarebbe”), e la parola envie (“invidia”) divenne en vie (“in vita”); con il risultato che il testo recitò che egli “se non fosse morto, sarebbe ancora in vita” (si il n’était pas mort, il serait encore en vie): da qui il significato di ovvietà attribuito all’aggettivo.“ (Wikipedia)

La maggior parte dei post, su qualunque social, rende un immeritato omaggio al maresciallo Jacques de La Palisse, morto in battaglia e non dietro una tastiera…


Scritto (quasi) inedito di clacclo, riproduzione (quasi) vietata.


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