Azioni ed intenzioni

Sono sempre stato molto sensibile quando i miei gesti o le mie parole ottengono un risultato diverso, persino opposto, alle mie intenzioni. Il disagio o il dolore causato involontariamente agli altri mi ferisce come se lo subissi io. Forse è per questo che scelgo sempre le parole oculatamente e amo scrivere. Ma non sempre le uso al momento giusto o col tono giusto. Per non parlare delle azioni! Anche quelle sono spesso calcolate per ottenere l’effetto desiderato, con la differenza che sono ancor più interpretabili delle parole.

Al contrario, cerco sempre di capire le intenzioni dietro i gesti e le frasi altrui. Faccio, però, una distinzione che a me non concedo: dai modi di fare che non condivido mi allontano (in realtà allontano la persona incriminata) ma conservo l’affetto derivato dalle buone intenzioni. Certo, prima di arrivare a decidere quanta distanza deve esserci fra me e l’altro, ci sono un bel po’ di perdoni e pazienza, ma quando l’incapacità di essere coerente fra il dire ed il fare diventa manifesta e conclamata, pazienza e perdono hanno fine. Così mi ritrovo ad aver allontanato un sacco di brave persone che, non essendo consapevoli o sufficientemente sensibili, come si muovono fanno dei danni ma con le migliori intenzioni.

Ricordo una discussione con una mia ex (molto più grande di me, fra l’altro) in cui le spiegavo che non aveva alcuna importanza il motivo per cui si comportava in quella maniera, se io lo percepivo diversamente. Si deve sempre prestare attenzione all’impatto che hanno sugli altri le nostre azioni, solo così possiamo mettere a punto il nostro modo di comunicare ed ottenere il risultato desiderato. Altrimenti, si rischia di ferire continuamente gli altri e, in un rapporto di coppia, dimostrare poco interesse per il benessere del partner.

Per cui, concludendo, le azioni implicano delle reazioni (disagio, aggressività, fuga o allontanamento), mentre le intenzioni mantengono vivo o distruggono l’affetto che provo. Questo perché, per me, ognuno è libero di comportarsi come vuole, così come io sono libero di non volere nella mia vita persone di cui non condivido il comportamento. Ma, in molti casi, ho continuato a provare affetto e voler il bene e la felicità di persone che non frequento più.

C’è anche il caso di quelli che non pensano proprio agli altri per mancanza di sensibilità o per vero e proprio egoismo o egotismo. Quelli possono pure morire in una sorta di eutanasia sociale…


Scritto inedito di clacclo. Riproduzione vietata.


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